7 curiosità interessanti sui robot

Dai Care-Robot per aiutare nell’assistenza agli anziani ai robot che somigliano ad animali insoliti come bradipi e yak, dalle prime Dark Factory agli alter-ego robotici, fino ai robot sferici per le emergenze e le missioni spaziali e all’applicazione robotica che vince sempre a Sasso Carta Forbice, ecco alcuni dei robot più curiosi.

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I Care-Robot per aiutare nell’assistenza agli anziani

La prima curiosità arriva direttamente dal Giappone, che sta investendo nello sviluppo di robot assistenziali.

Il governo giapponese ha riconosciuto da tempo l’importanza del supporto agli anziani e sta adottando misure significative per far fronte all’invecchiamento della popolazione. Attualmente, il 25% della popolazione giapponese ha più di 65 anni e si prevede che entro il 2065 questa percentuale raggiungerà addirittura il 40%. Questo cambiamento demografico ha portato ad un rapido aumento della domanda di soluzioni innovative per l’assistenza agli anziani, tra cui i care-robot.

Dai robot da compagnia, ai letti capaci di trasformarsi in sedia a rotelle, ai robot che aiutano al personale a movimentare gli anziani in sicurezza, ai sensori a bordo letto che avvisano quando un paziente ha bisogno di aiuto, l’impegno del governo nel promuovere la crescita dei care-robot dimostra la volontà di adottare soluzioni innovative per affrontare le sfide che l’invecchiamento della popolazione porta con sé.

Attualmente, oltre 5000 case di cura in tutto il paese stanno partecipando a un programma di sperimentazione. Nonostante il mercato della robotica nel settore delle cure sia ancora in fase iniziale, il governo giapponese prevede che il suo potenziale triplicherà nei prossimi due anni, raggiungendo un valore di circa 480 milioni di euro. Queste sono ottime prospettive per il settore, anche se i ricavi percentuali sono ancora inferiori rispetto alla robotica industriale e dei servizi, principalmente a causa dei costi elevati e del limitato numero di persone che possono permettersi un robot personale.

Ciononostante, questo investimento non solo contribuirà a migliorare il benessere degli anziani, ma stimolerà anche l’innovazione e la crescita economica nel settore dei robot per l’assistenza agli anziani, con un Giappone che si sta posizionando come leader nel campo dei care-robot e dell’inclusività.

 

Il robot bradipo per l’analisi ambientale: SlothBot

Come si può intuire dal nome, lo SlothBot è un robot ad energia solare incredibilmente lento. Nonostante la sua lentezza apparente, la sua locomozione tranquilla svolge un ruolo fondamentale nel permettergli di compiere la sua missione: scoprire cosa impollina un raro genere di orchidee nella foresta pluviale ecuadoriana. Sappiamo dove si trovano le orchidee, ma non sappiamo cosa le impollina.

I ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno creato questo robot proprio per esplorare le informazioni mancanti sul processo di impollinazione delle orchidee. Utilizzando una serie di sensori sofisticati, lo SlothBot raccoglie i dati ambientali come temperatura e livelli di anidride carbonica. Queste informazioni potranno poi essere incrociate con i dati sugli insetti d’alta quota già noti agli ecologisti, fornendo nuovi indizi sulla fauna impollinatrice dei fiori in alta quota.

La discrezione dello SlothBot è un vantaggio significativo. Mentre gli esseri umani solitamente utilizzano reti disturbanti per lo studio delle piante e degli animali, questo robot lento e silenzioso offre una soluzione più efficace ed etica per raccogliere dati ambientali. Inoltre, la telecamera a bordo del robot potrebbe catturare gli insetti in azione, fornendo ulteriori dettagli sulla dinamica dell’impollinazione.

Unico nel suo genere, lo SlothBot rappresenta una curiosa innovazione nel campo della ricerca ambientale. La sua capacità di raccogliere dati ambientali in modo discreto e di fornire nuove informazioni sull’impollinazione delle orchidee potrebbe contribuire alla conservazione di specie rare e alla comprensione degli ecosistemi delle foreste pluviali.

Slothbot

 

Lo yak robotico: il robot da soma cinese per compiti di consegna e ricognizione

La Cina ha recentemente realizzato un enorme robot quadrupede a propulsione elettrica, destinato a supportare missioni di consegna logistica e ricognizione in ambienti complessi, ad alto rischio o molto remoti.

Dotato di 12 serie di moduli articolati, il robot può eseguire un’ampia varietà di movimenti stabili, come camminare avanti indietro e in diagonale, correre, girare e saltare. La sua capacità di carico è di 160 chilogrammi e può raggiungere i 10 chilometri all’ora. Inoltre, il robot è dotato di sensori che rilevano il terreno circostante e fa si che lo yak si adatti facilmente a diverse condizioni, come gradini, fossati, scogliere e terreni fangosi, praterie, deserti e campi di neve.

Questo sviluppo nella robotica rientra nella branca dell’automazione che si sta dedicando allo sviluppo di tecnologia per missioni complesse e per l’esplorazione di ambienti difficili.

 

Fanuc Dark Factory: la produzione giapponese che può funzionare senza supervisione per 30 giorni

FANUC, il rinomato produttore giapponese di CNC, robot e macchine, ha una manifattura decisamente all’avanguardia nel campo dell’automazione industriale. La loro innovativa fabbrica oscura è un esempio impressionante di produzione senza intervento umano, che può funzionare autonomamente per lunghi periodi di tempo.

In queste fabbriche completamente equipaggiate, la presenza umana è praticamente inesistente, dal momento in cui la materia prima entra fino all’uscita del prodotto finito. Da qui la definizione stessa di Dark Factory, ossia una realtà manifatturiera automatizzata che può funzionare e produrre al buio.

Sin dal lontano 2001, Fanuc ha abbracciato il concetto di fabbrica oscura, investendo in modo significativo nelle tecnologie di automazione e creando uno stabilimento produttivo dove i robot Fanuc costruiscono in quasi totale autonomia altri robot. Questo ha permesso di raggiungere livelli di automazione senza precedenti, eliminando la dipendenza da interventi umani e massimizzando l’efficienza operativa.

Attraverso l’applicazione intelligente della robotica e delle tecnologie di automazione, FANUC ha dimostrato che è possibile raggiungere alti livelli di precisione, efficienza e qualità senza la necessità di intervento umano costante. Questo non solo riduce i costi operativi, ma offre anche un ambiente di lavoro più sicuro e affidabile, aprendo nuove prospettive per l’industria manifatturiera grazie all’automazione avanzata.

 

Il ministro giapponese del Digitale ha un suo alter ego robotico

Il Giappone, noto come la capitale mondiale dei robot, ha raggiunto un nuovo traguardo nel campo della tecnologia. Un team di ricerca di Osaka è riuscito a creare un robot umanoide che somiglia in modo straordinario al ministro del Digitale del paese, Taro Kono. Questo androide di 175 centimetri è in grado di replicare i movimenti umani in maniera sorprendente. L’obiettivo principale di questo robot è quello di esplorare la possibilità di condurre attività sociali a distanza, in un paese come il Giappone che dà grande importanza alla privacy individuale.

Questo non è il primo caso in cui il Giappone utilizza i robot per affrontare sfide sociali. Nel dicembre 2021, è stato lanciato un innovativo programma in una comunità locale per aiutare le persone isolate socialmente. Un piccolo robot chiamato OriHime, con gli occhi verdi e un’altezza di 15 centimetri, è stato introdotto come alter ego per le persone, allo scopo di assistere coloro che soffrono di ansia sociale o timore del contatto umano.

L’utilizzo di androidi e robot simili, infatti, offre nuove possibilità anche per supportare le persone nelle loro esigenze sociali ed emotive, dimostrando ancora una volta le incredibili possibilità della robotica.

 

Robot tensegrity: versatili strumenti di soccorso per emergenze e missioni spaziali

I robot tensegrity stanno rivoluzionando il campo del soccorso in situazioni di disastro. Originariamente progettati per esplorare lo spazio, questi robot possono essere equipaggiati con sensori adatti per assistere i soccorritori in scenari di emergenza.

Sono estremamente leggeri e possono essere integrati con droni commerciali, consentendo di raccogliere dati preziosi sulle scene di disastri come incendi, incidenti ed esplosioni; questi dati aiutano i soccorritori a valutare i pericoli e a pianificare tempestivamente gli interventi.

La ricerca finanziata dalla NASA sulla mobilità dei robot tensegrity per l’esplorazione spaziale si è dimostrata altrettanto vantaggiosa sulla Terra. Ad esempio, sotto la guida della dottoressa Alice Agogino, esperta di robotica, Squishy Robotics ha sviluppato robot personalizzabili e resistenti agli urti per applicazioni in ambito di sicurezza pubblica, militare e industriale. Questi robot sferici a struttura scheletrica, basati sul principio della tensegrità, possono essere compressi per il trasporto e sono in grado di sopportare cadute proteggendo con la loro struttura la delicata sensoristica che ospitano a bordo.

Oltre all’utilizzo nel soccorso, i robot tensegrity trovano impiego anche in applicazioni militari come lo sminamento, e nel monitoraggio di linee di gas ed elettriche nell’industria. Inoltre, si rivelano preziosi nella prevenzione degli incendi boschivi, monitorando aree ad alto rischio e assicurando una risposta tempestiva alle segnalazioni.

Grazie alla loro capacità di resistere all’impatto delle cadute e di muoversi in terreni difficili, i robot tensegrity potrebbero diventare parte integrante delle missioni di esplorazione spaziale su Marte, sulla Luna e su altri pianeti.

Robot Tensegrity

 

Il robot che vince carta, sasso, forbice il 100% delle volte

Janken – dal nome giapponese del gioco – è un robot che vince il gioco della morra cinese, o carta, sasso, forbice, il 100% delle volte. Invece che predire le mosse dell’avversario umano, questo robot utilizza un sistema di visione artificiale estremamente veloce per riconoscere gesti e reazioni ad alta velocità (si parla infatti di millisecondi). In questo modo, comprende in anticipo l’apertura della mano di chi lo sta sfidando ed elabora la sua mossa che, ovviamente, si rivela essere quella vincente.

In altre parole, il robot sta tecnicamente “barando” poiché reagisce con estrema rapidità a ciò che fa la mano umana.